1. Alle mie bimbe

I bambini devono sapere che i soldi non servono solo per comprare cose.

Di tutti i soldi che ci arrivano, c’è una parte che non ci appartiene, sono per il povero.

La legge degli esseri umani giusti vuole che chi ha dei soldi ne deve dare una piccola parte a chi è nel bisogno. Il contrario è sbagliato: non è il povero che deve dare al ricco, come accade quando si affidano i soldi alle banche, in modo che il povero paga degli interessi al ricco, e che sia sempre più povero mentre il ricco sia sempre più ricco.
La cosa più bella che c’è nella ricchezza non è il potere di comprare tutto quello che si desidera ma il potere di alleviare le difficoltà di chi soffre la povertà.

Allora siate ben attenti quando avete denaro, e non mangiate anche la parte che spetta al povero, perché se qualcuno avrà fame da qualche parte nel mondo potrete esserne responsabili. Se un essere umano ha fame sulla terra, è sempre perché qualcun’altro ha mangiato il suo pranzo.

Un santo sufi si era allontanato dagli uomini ed era andato a vivere in un deserto e in mezzo alle dune trovò un giardino rigoglioso. Quando si avvicinò si accorse che non c’era una sorgente ad irrigare la distesa di grano e l’orto delle verdure. Si meravigliò perché senza l’acqua, si sa, non può crescere nulla sulla sabbia del deserto.

Passò una nuvola e si udì una voce tuonante che ordinava alla nuvola “Fermati e versa la tua acqua su questo giardino!” e l’acqua cominciò a piovere finché ogni pianta ed ogni centimetro di terra fu dissetato.
Il santo decise di aspettare il proprietario dell’orto per capire a cos’era dovuto questo miracolo e quando il contadino arrivò lo interrogò.
“Fratello mio, ho udito una voce tuonante che ordinava ad una nuvola di versare la sua acqua sul tuo orto e la nuvola lo ha innaffiato. Come mai questo miracolo, sei forse un santo nascosto, un amico di Dio?”

Il contadino lo invitò nel giardino, gli offri da mangiare e un tè alla menta. Poi rispose alla sua domanda: “Non sono certo un santo e nemmeno l’umile discepolo di un nobile maestro, ma divido tutto il mio raccolto in tre parti. La prima serve per sfamare la mia famiglia, la seconda la metto da parte per seminare la prossima raccolta e la terza la do all’orfano, ai bisognosi, a quelli che chiedono e quelli che non chiedono. Così quando il mio orto ha bisogno di essere innaffiato, un angelo ordina alle nuvole di fermarsi e di versare la loro pioggia.”

I bambini devono sapere che quando saranno in grado di guadagnare, se faranno un patto con Dio per un terzo dei loro guadagni, o per un quinto, o per qualsiasi quantità anche piccola che sarà per loro facile dare, allora diventeranno come la mano di Dio sulla terra, che consola i poveri, che rallegra gli affamati e che riscalda i senza tetto.

E se un giorno sarete voi stessi poveri, ci sarà sempre qualcuno per aiutarvi e anche in questa condizione ci sarà sempre qualcuno di più bisognoso di voi stessi che potrete aiutare. E se non avrete veramente nulla da dare, allora regalate un sorriso.

La verità è che c’è da mangiare per tutti sulla terra e se qualcuno ha fame da qualche parte nel mondo è perché qualcun altro da qualche altra parte ha mangiato il suo cibo.

Così quando Aladdin e io abbiamo costruito un negozio per vendere i nostri profumi su internet, con tanto di cartelli per indicare la strada alla gente, con parcheggio per tanti visitatori e con tutti gli scaffali messi bene e la cassa funzionante per pagare all’uscita, abbiamo venduto tanti profumi e messo nella cassa dei poveri un bel po’ di soldi.

Allora arrivò in Kashmire un terremoto che distrusse tante case e uccise tante persone e rese povere tante famiglie. Allora capimmo che questi soldi ci erano stati dati per queste persone e decidemmo di andare li a portarli per spenderli al meglio in modo di aiutare i più bisognosi.

Telefonai al nonno di Fatimah Daud Shah, e gli dissi: “voglio venire ad Islamabad per aiutare i senza casa del Kashmire”. “Vieni e sii mio ospite e ti aiuterò nella tua missione al mio meglio”

Poi telefonai alla principessa Tehzib e lei mi disse “AbdusSalaam, vieni che ce tanto bisogno, gli ospedali sono pieni di feriti e di bambini ammalati, la mia famiglia aiuta tutti i giorni in ospedale a curare le persone”

Allora pensai di portare anche dei profumi per aiutare gli ammalati, l‘anti-squali e il bocciolino per i problemi di pelle, la menta, lo zenzero ed il pino per le malattie del freddo, la lavanda che serve per tutto, e poi la rosa da regalare ai miei vecchi amici quando li avrei rivisti, il nonno di Fatima, la principessa, la figlia dello sceicco di Bahawalpur, ed altri ancora.

La moglie del nonno di Fatima, Badji Nassim, mi chiese di portare profumi anche per lei per il suo salone di estetica e mi disse anche. “porta quello che vuoi, non avrai problemi con i doganieri, qualcuno ti aspetterà all’aeroporto per aiutarti.”

Così porto anche il pompelmo, la lavanda e l’Ylang ylang per rendere bello il viso delle signorine di Islamabad.

L’aereo partì da Roma e atterrò a Lahore prima di ripartire per Islamabad. Quando siamo scesi tutti dall’aereo c’era un poliziotto che mi aspettava con un cartello scritto “Mr Abdu Salam”.
Mi chiese il passaporto e mi fece passare davanti a tutti e poi arrivò il capo della dogana che mi invito a fare la preghiera del Fajr nel suo ufficio e mi fece portare del tè e dei biscotti ed il mio bagaglio.

Quando mi è venuto a prendere all’aeroporto il nonno di Fatima, il colonnello in pensione Daud Shah, gli dissi ”Sei in pensione o comandi ancora”. Si mise a ridere e mi disse, “Questa macchina è a tua disposizione con il suo conducente Riaz. Ti porterà dove vuoi”.

Così oggi sono andato con la Pajero e Riaz a comprare tutti gli abiti che mi serviranno per stare qui, perché la mia valigia era talmente piena di profumi che non ho portato alcun vestito tranne quelli che avevo addosso.

Dopo essermi vestito come a me piace, siamo andati a visitare il campo dei profughi del Kashmire. Questo campo è a Islamabad ed è molto grande, ci sono più di diecimila tende ed è diviso in tanti quartieri.

Ciascun quartiere di 300 o 400 tende è gestito da una delle tante organizzazioni che sono accorse per aiutare dopo il terremoto. C’è “Muslim aid” del fratello Yussouf Islam e “Islamic relief” dove lavora il fratello Ciccarello. Ci sono organizzazioni di tutto il mondo musulmano e in ciascun quartiere c’e un parco giochi per i bambini, una tenda asilo, una tenda ambulatorio con i dottori, una tenda moschea, una tenda per riunirsi e per guardare la tv, una tenda dove le donne e le bimbe imparano a cucire a macchina e diverse tende dove ci sono tutti i fornelli per cucinare.

Noi siamo andati a vedere il campo di Yussouf Islam e un studente che lavora gratuitamente come volontario ci ha fatto visitare tutto e ci ha spiegato quale è la situazione.

Tutte le persone della montagna sono state invitate a venire a Islamabad per passare l’inverno, qui dove non c’è la neve ed è meno freddo. Hanno da mangiare in abbondanza e delle coperte calde. Non c’e riscaldamento nelle tende, ma ormai il freddo è finito qui e finirà presto nelle montagne tanto che già il mese prossimo tutta la gente ritornerà nella montagna dove si stanno montando delle tende rigide di plexiglas per accoglierli. Quando torneranno su, il governo del Pakistan e le organizzazioni di beneficenza forniranno tutto il materiale per costruire nuove case e i soldi per vivere.
Il governo è stato molto generoso e ha dato soldi a tutti i feriti, e a tutte le famiglie che hanno avuto decessi.

Quindi a Islamabad non c’è bisogno di me perché tutte le persone sono a posto per il cibo, i vestiti, i medicinali e per la tenda.

Allora dovrò andare a Muzaffarabad per trovare chi ha più bisogno e questo mi riporterà a 13 anni fa quando i Green Brothers realizzarono il progetto Tipee Verde per portare calde coperte ai profughi dall’India in Cashmir, con l’aiuto della Principessa Tehzib e delle sue amiche.

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