Il linguaggio degli Odori

Abete-Balsamico

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Il linguaggio dei profumi

Esiste un linguaggio degli odori basato su archetipi olfattivi. Un linguaggio basilare, istintivo, profondo e coinvolgente, in cui i significati sono emozioni.

Come si associano gli odori alle emozioni? Attraverso la nostra memoria olfattiva.

Il meccanismo è semplice: vengono memorizzati insieme alle emozioni che sono state provate in quel momento.

È un processo molto primitivo che esclude la parte intellettuale del cervello.

Questo processo è la parte dell’olfatto che condividiamo con gli animali: identifichiamo e memorizziamo gli odori come semplicemente buoni o cattivi in funzione del contesto emotivo in cui vengono percepiti. Spesso con emozioni di base come la paura, la fame, la rabbia, la gioia, la soddisfazione, l’amore…

Questo è il motivo per cui possiamo amare alcuni odori che altre persone odiano, perché abbiamo vissuto esperienze opposte alle loro con questi profumi.

Ogni volta che vengono nuovamente annusati, gli odori risvegliano le emozioni ad essi associate nella nostra memoria, in modo da poter identificare il significato che hanno per noi in termini assoluti di buono o cattivo, piacevole o sgradevole.

Ogni individuo, grazie alla propria esperienza di vita, assocerà alcuni odori a emozioni positive o negative. Si tratta di ricordi olfattivi acquisiti individualmente. Le memorie olfattive sono preponderantemente di natura personale.

Questo spiega anche perché alcuni odori del tutto disgustosi per gli americani siano piacevoli per i cinesi. O perché il formaggio francese puzzi a tutti tranne ai francesi.

Certi odori sono stati memorizzati come “buoni” fin dall’infanzia perché accompagnavano situazioni emotive positive. Si tratta di ricordi olfattivi acquisiti attraverso una cultura, principalmente quella culinaria. I ricordi olfattivi personali, quindi, sono in gran parte di natura culturale.

Però anche odori che non abbiamo mai sentiti possono essere importanti per risvegliare emozioni quanto quelli che abbiamo sperimentato e memorizzato?

La prova sta in un semplice esperimento. Fate annusare a un neonato diverse essenze avvicinando strisce profumate al suo naso.

Vedrete il suo viso esprimere ogni tipo di sentimento, dal piacere al disgusto, perché gli odori evocano ricordi che ha ereditato dagli antenati.

Si tratta di ricordi olfattivi ereditati congenitamente. L’esistenza di tale memoria è comprensibile dal fatto che la percezione olfattiva, il senso chimico, è fondamentale nel processo di apprendimento di tutti gli organismi viventi, e il processo di apprendimento è fondamentale per la sopravvivenza.
Queste sono le memorie olfattive di natura atavica.

Il linguaggio olfattivo, come quello verbale, possiede i suoi archetipi.

Quando diventa un odore un archetipo olfattivo? Quando acquisisce un valore emotivo significativo per un numero sufficientemente ampio di persone per un periodo sufficientemente lungo, diventa un archetipo olfattivo. Alcuni di essi sono antichi, come l’odore del fuoco o del mare; altri sono nuovi, come l’odore del gas da cucina o della cannella.

Alcuni sono naturali, come il pino o la rosa, altri sono artificiali, come la vanillina utilizzata nel talco per bambini da cinque generazioni.

Alcuni archetipi che erano tipici solo di alcune regioni del mondo si sono diffusi in tutto il pianeta, attraverso il commercio o l’acclimatazione delle piante che li producono. Ad esempio, la cannella, originaria dei paesi caldi dell’emisfero meridionale, si è diffusa con il commercio in tutti i paesi, in particolare nelle regioni settentrionali dove non potrebbe mai crescere, ma dove è estremamente utile per le sue proprietà medicinali contro le malattie da raffreddamento.

La cannella è diventata l’archetipo delle spezie perché viene utilizzata per aromatizzare il migliore e il più nobile di tutti i cibi, i dolci. Simboleggia i paesi esotici e soleggiati, ma anche la sicurezza della casa e della famiglia. Il profumo della cannella è un po’ come viaggiare con Alpitour, un’avventura in tutta sicurezza.

Le arance non sono mai cresciute nei paesi freddi, ma grazie alla diffusione delle bevande analcoliche e dei dolciumi, il loro aroma è diventato l’archetipo della frutta in tutto il mondo, fino alla Lapponia, soppiantando la mela, che in passato era il simbolo della frutta, perché era molto diffusa in tutti i climi, così dolce e profumata.  Un cesto di mele può profumare un’intera stanza.

Nei tempi moderni, il sapore zuccherato distintivo della frutta è molto meno raro rispetto a qualche generazione fa. In passato, solo la frutta era un alimento dolce comune. Lo zucchero non esisteva. Le bevande analcoliche all’arancia di oggi sono molto più dolci delle mele di una volta, e molto più profumate.

Nel frattempo, la selezione agronomica ha reso le mele più belle di un tempo, ma anche molto meno dolci e profumate. È così che alcuni archetipi possono scomparire e altri nascere.

L’esistenza di un linguaggio olfattivo basato sui nostri ricordi olfattivi è la ragione per cui le fragranze composte da essenze naturali creano profumi con un significato, non sono soltanto odori.

Possono raccontare storie umane, farci vivere emozioni e hanno una dimensione che le nuove molecole chimiche della profumeria, estranee ai nostri ricordi, non hanno.

Questi ultimi sono solo odori senza emozioni, ma sono diventati sinonimo di profumo. Ecco perché, come profumieri naturali, spesso troviamo persone scioccate dall’odore dei nostri profumi. Si aspettano solo un odore e vengono travolti da una valanga di emozioni.

Questa è la ragione per cui gli ingredienti naturali dei profumi sono diversi da quelli sintetici e per cui generano una vera filosofia del profumo, semplicemente perché le essenze naturali hanno un significato per noi.

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