Profumeria e Aromaterapia

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Lo scaffale del profumiere

Onorare l’ospite è molto di più che una parte della tradizione dell’Islam, è un suo fondamento.
Dai miei anni di viaggio nel mondo musulmano dove sono stato a lungo ospitato, ho imparato l’arte di ricevere l’ospite.

Quando il profumiere riceve un ospite, esso si aspetta qualche campione in omaggio o perlomeno di assaggiare profumi davvero speciali.
I miei ospiti sono sempre stupiti quando li preparo il tè o il caffè profumato alle essenze esotiche. Cardamomo, Zenzero, Menta, Limone…
Alle bibite e all’acqua aggiungo una goccia di profumo, sui biscotti si spruzza l’essenza di Pompelmo, e se poi arrivano con qualche raffreddore o  altro disturbo, gli preparo delle zollette di zucchero con qualche goccia di Incenso o di anice….

Dico allora la mia frase preferita: “Non fidarti mai di un profumiere che non beve i suoi profumi”.

Cosa direste di una persona che ha un scaffale pieno di medicinali per tutte le malattie. Questi medicinali hanno colori meravigliosi e questa persona vuole fare il pittore e li usa soltanto per dipingere dei quadri, non volendo conoscerne le proprietà e le indicazioni?
Così quando si ammala o quando si ammalano la sua famiglia o i suoi amici, non sa usare i rimedi che ha a portata di mano per alleviare il dolore e per guarire.
Pretende poi di essere un artista perché i suoi quadri piacciono alla gente.
Non direste che questa persona sta sprecando?

Oppure una persona che possiede tanto oro e lo usa per fare i rubinetti del suo bagno senza usarlo anche per salvare delle vite e dare a mangiare agli affamati.
Non direste che questa persona è avara?

Oppure uno che ha tanto denaro in biglietto da 500 euro e li brucia d’inverno per riscaldarsi invece di usarli per comprare legna da ardere.
Non direste che questa persona è ignorante?

Così è il Profumiere Naturale del ventunesimo secolo che non studia né pratica l’Aromaterapia, accontentandosi di fare profumi.

La storia dei profumieri risale all’antichità quando il profumo era legato al sacro, alla purificazione spirituale e alla guarigione.
I profumieri erano preti e sacerdoti o medici. Il profumo aveva una funzione limitata all’ambito religioso e medicale.
Poi l’avvento dell’Islam 14 secoli fa. L’uso personale del profumo fu reso obbligatorio a tutti i musulmani per:
La preghiera in congregazione del Venerdì
La purificazione femminile dopo il flusso mestruale
La purificazione per entrare nello stato di purificazione del pellegrinaggio
La purificazione dei defunti

Da allora il profumo,  pur mantenendo il suo uso sacro e medicale, passò dalle mani di pochi preti e medici alle mani di tutti.
Questo fu la prima democratizzazione del profumo. Non era più neppure riservato a una classe sociale (nobili), religiosa (rabbini, preti) o economica (ricchi). Tutti avevano il dovere di usare il profumo se potevano.

Nella mistica Ebraica tutti i sensi procurano piacere al corpo, tranne l’olfatto che procura piacere all’anima.
Il profumo è un piacere spirituale. Con l’islam non fu più riservato alle persone di spiritualità elevata ma divenne un mezzo per spiritualizzare tutte le persone.
La figura professionale del profumiere nacque allora, egli divenne il “medico Profumiere”, colui che cura i cuori e i corpi.
I cuori si curano con le emozioni che l’odore dei profumi procurano e i corpi si curano con le molecole che i profumi contengono.
Siccome sono le molecole stesse che odorano, è impossibile dissociare la cura dei cuori da quella dei corpi, come è impossibile dissociare l’odore del profumo. Non è solo impossibile, è assurdo.
Assurda quindi è l’attitudine di quello che dipinge quadri con rimedi e che non vuole imparare ad utilizzarli per curare almeno la sua famiglia.

Assurda è l’attitudine del profumiere naturale che fa profumi con gli oli essenziali e che non vuole né imparare né praticare l’aromaterapia.
In quale modo la sua filosofia è migliore da quelli dei profumieri commerciali. A mio parere la sua filosofia è peggiore della loro.
Al meno i profumieri commerciali non hanno a disposizione una intera farmacopea, hanno quasi esclusivamente molecole sintetiche di nessun beneficio per la salute e si accontentano giustamente di farne dei profumi per la gente.

Vedi anche: La Via del Profumiere

2 commenti
  1. dany dice:

    buonasera AbdesSalaam,

    parlando di profumi e pratiche religiose vorrei farti una domanda su una questione che da tempo mi incuriosisce e che forse tu conosci: l’aloe narrato nella bibbia (cantico dei cantici, salmi) è forse l’oud odierno?

    Rispondi
    • AbdesSalaam Attar dice:

      Ciao Dany, mi scuso del ritardo nel risponderti.
      Ho studiato la letteratura della storia dell’Islam (Ahadith) in Inglese e il nome del profumo Aloe vi era sempre inteso come l’Oud.
      Questo fa molto senso poiché l’Oud era una merce commerciata con India che lo produceva.
      All’epoca, 12 secoli fa, il muschio del nord dell’India era già commerciato da secoli e gran parte di questo commercio viaggiava attraverso la penisola arabica fino a Gerusalemme, l’Egitto, la Siria e l’Iraq.
      Sappiamo di sicuro che l’oud, di origine Indiana, era già noto agli arabi 12 secoli fa e possiamo ipotizzare con grande probabilità che essi lo trasportavano già all’epoca biblica verso il Medio Oriente con le loro carovane, insieme al muschio dell’India, all’incenso dell’Hadramaut e ad altre merci pregiati quali spezie, materie aromatiche, tessuti ecc…
      Se i giapponesi hanno scoperto l’oud soltanto nel 538 della nostra era, nei paesi dove cresce, India, Birmania, Laos, Cambogia ecc…, questo ben di Dio era conosciuto e utilizzato da sempre. Quindi anche commerciato sin dal momento in cui il commercio tra est e ovest iniziarono. Cioè ben prima dell’era biblica, probabilmente 4 o 5000 anni fa.

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