Il giardino dei Francesi

I francesi sono sempre stati un popolo di idealisti.  Ancora oggi, lavorano per riparare le ingiustizie della società. 
E i francesi amano le donne… Hanno quindi deciso di rivoluzionare la società degli altri per dare alle donne Africane l’indipendenza economica e per liberarle dalla schiavitù  presso l’uomo. 
Un progetto davvero rivoluzionario, che s’iscrive della grande tradizione repubblicana laica che ha fatto della Francia un faro di civiltà per il mondo intero.

Il problema con i francesi è che non pensano molto, sono troppo impegnati ad agire, e se per caso c’è nei dintorni una bella donna, allora non pensano proprio più a nulla, pensano solo ad agire.
Probabilmente Dio ama i Francesi e vuole che si riproducono, e devo dire che il mondo ama i Francesi così come sono, seppure sono così come sono.
A Timbuktu ho potuto constatare il risultato della loro azione civilizzatrice che illustra il loro modo di concepire la rivoluzione sociale per il Terzo Mondo, dagli uffici di progettazione a Parigi fino all’esecuzione nel deserto del Mali. Le donne del villaggio hanno formato una associazione, come fanno tutti a Timbuktu, perché è l’unico modo per ottenere l’aiuto delle ONG. Hanno chiesto in prestito al comune un terreno adiacente al villaggio per coltivare ortaggi. I francesi hanno deciso di fare 3 pozzi nel campo. Gli piace fare le cose in grande.
3 pozzi di grande diametro in grado di produrre ciascuno 11 metri cubi di acqua ogni ora. E’ un enorme quantità di acqua che sarebbe sufficiente per fare un oasi con ruscelli che scorrono di continuo.
Veramente un unico pozzo sarebbe stato sufficiente, ma quando uno è sufficiente perché non farne tre? La logica è impeccabile. Hanno pure ingaggiato un ingegnere agricolo come consulente per monitorare il progetto affinché le donne abbiano tutto l’aiuto necessario al conseguimento del successo.

Hanno poi vietato alla gente del villaggio di venire ai pozzi per rifornirsi di acqua in modo da tutelare il buon andamento del progetto agricolo e hanno pure pagato un guardiano per controllare.
Siccome non hanno fatto un pozzo nel villaggio la gente deve camminare lontano per portare l’acqua a casa.

Il giardinaggio è un lavoro che richiede tempo e anche duro lavoro fisico. Chiedete pure a qualsiasi agricoltore o anche ad un vangatore della Domenica.
Nel deserto poi, la coltivazione implica un impegno quotidiano e costante ad annaffiare. Le piante non possono restare senza acqua più di qualche ora oppure muoiono.
Come dovrebbero fare le donne? Devono per forza accudire i figli, preparare il cibo per la famiglia, lavare i vestiti (a mano con acqua portata da lunghe distanze). Dovrebbero anche vangare, piantare e pure andare al mercato a vendere i loro ortaggi?
Ma il problema è ancora più grave; i Francesi non hanno pensato alle pompe!
Sui pozzi hanno montato pulegge e secchi. Su pozzi di 11 metri cubi ora!
E le donne dovrebbero tirare l’acqua a forza di braccia tutta la giornata? In breve dovrebbero fare il lavoro di asini e cammelli.  Bella liberazione…

Il risultato è tristissimo poichè é chiaro che non possono attingere che ad una quantità minima di acqua in queste cornucopie. Non ho mai visto giardini così miseri. Le donne lavorano con bambini ammalati sulle spalle, non hanno ricavato alcun soldo, ma in compenso si fatica come somari.
A loro rimane la soddisfazione di essere state liberate dai Francesi e di avere acquisito l’indipendenza economica nei confronti della società maschile.

Il risultato è quanto meno lusinghiero al confronto con il giardino verde e lussureggiante degli americani, a pochi chilometri di distanza.

L’esito della battaglia degli ideali è chiaro. I battisti americani, animati dalla fede religiosa hanno compiuto un lavoro titanico, mentre la laicità della Repubblica non ha partorito che un bambino handicappato.
Signori della ONG francese, i miei concittadini, devo forse supporre che per voi conta solo di spendere quei soldi che vi hanno dato e di giustificarli con un bel progetto cartaceo, poi di pigliare lo stipendio?  Però queste donne sono esseri umani, non avreste mai accettato per le vostre mogli e le vostre figlie quello che li avete imposto.
Perché non installate una pompa eolica su uno di questi pozzi, 600 litri di acqua all’ora con un venticello di 4 metri al secondo che è la media a Timbuktu.
Il costo sarebbe soltanto un quarto di quello di un singolo pozzo, 4000 euro in più, un mese di un vostro stipendio?
Questo si che avrebbe veramente completato il progetto e aiutato queste donne.
Poi ancora, c’è così tanta acqua, perché non permettere alla gente di tirarla su per le loro case?
So che quando si tratta di donne i francesi perdono la testa, ma siete sempre stati gente di cuore, vi prego, correggete la situazione di disaggio che avete creato agli abitanti di questo villaggio.

INDEX

PRECEDENTE: La gente di Bokiat                            SUCCESSIVO: Il tribunale di Timbuktu

 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *