Il giardino di Timbuktu

Due anni fa quando sono venuto per la prima volta a Timbuktu,  avevo sentito parlare di un giardino nel deserto che avrebbero fatto i missionari americani a 10 km della città, irrigando la sabbia con l’acqua del sottosuolo tirata su con delle pompe eoliche.

Sono andato a vedere di persona cosa avevano fatto e ho visto un’oasi, dove crescevano gli alberi da frutto e le verdure di qualsiasi tipo.  Ho saputo dopo che tutta la verdura del mercato di Timbuktu viene da lì.

Ho chiesto agli americani quanto costavano i loro mulini a vento e dove comperarli ma a mi hanno risposto che mi sconsigliavano vivamente di utilizzarli, perché l’acqua della regione è sabbiosa e che la parte immersa della pompa si danneggia molto rapidamente, e così bisogna tirare fuori dal pozzo la parte immersa della pompa e tutta la tubatura ogni 6 mesi per cambiare le parti consumate. 

Le loro due pompe a vento non erano neppure in funzionamento ed il pompaggio era fatto con delle pompe a motore diesel.

Una delle due è rotta

 

L’ altro gira tristemente a vuoto senza pompa

Mi hanno poi portato a vedere un loro pozzo dove avevano installato il prototipo della pompa del futuro per Timbuktu (a loro parere). Si trattava di una fune con dischi che passava in un tubo per fare risalire l’acqua. “Tutto è fatto con materiali del posto” mi ha detto l’inventore molto fiero.

Mi ha fatto dunque una dimostrazione, mettendosi a far girare una grande manovella. Dopo 3 minuti aveva fatto risalire alcuni litri d’acqua ma era tutto rosso, tutto affannato e sudato. 

Non ho fatto fotografie perché mi ha fatto vedere il suo meccanismo sotto il sigillo del segreto (teme che lo si imita).

Può darsi che la sua pompa abbia alcuni vantaggi sulle meccaniche moderne, ma il problema non è la pompa. Il problema in un paese così povero è il costo della benzina e del gasolio, in Mali un litro di gasolio costa lo stesso prezzo dello stipendio giornaliero di un operaio.
La ruota eolica è capace di far girare gratuitamente la sua pompa alla Flintstone esattamente come fa girare le pompe meccaniche, allora perché mi sconsiglia il mulino a vento?

In realtà non ci sarebbe neppure il problema della sabbia nell’acqua. Lo hanno riscontrato perché hanno scelto di fare perforazioni di 100 m di profondità (il missionario è tutto fiero della sua profondità) anziché fare un pozzo di 25 metri a grande diametro ed ad alto flusso (11 m3/ora). In un tale pozzo, l’acqua è  filtrata da una colonna di ghiaia e decanta tranquillamente, sfruttata con una pompa eolica che tira 400 litri ore al massimo. La sabbia dannosa non arriva mai alla pompa.

Sembra che non vogliono proprio che li si imiti, e non comprendo perché.
In realtà non comprendo proprio perché non sono stati installati mulini a vento di pompaggio ovunque nella regione e non capisco perché il poco d’ agricoltura che è realizzata si fa soltanto lungo il fiume a 20 km di distanza.

Tutta la regione di Timbuktu è seduta su un oceano d’acqua dolce a soltanto a 20 metri di profondità, una riserva inesauribile che si rinnova in continuazione, alimentato dal fiume Niger.

Qui, il vento soffia tutto l’anno, tranne due ore al mattino presto. Perché pagare gasolio per le pompe quando l’ energia è gratuita? L’America ha costruito la sua agricoltura sui mulini a vento già cento anni fa!

La fabbricazione e  la manutenzione di un mulino a vento sono molto meno complicati che la fabbricazione e  la manutenzione di un motore diesel. E’ quello che si chiama tecnologia pre-industriale. Anzi, i primi mulini a vento di pompaggio sono stati costruiti in Persia 1200 anni fa.

Riproduzione di un mulino a vento persiano

Inoltre, la sabbia della regione è tale che tutto ciò che vi si pianta cresce…

Cavoli, pomodori, menta e cipolle, manghi e mele…

Appena dietro gli alberi che delimitano il giardino, in alto della fotografia, la sabbia arida dove crescono soltanto le spine.

Riassumendo, i mulini a vento di pompaggio sono capaci di trasformare Timbuktu e tutta la regione in un’oasi verde, e ridarle l’abbondanza, la ricchezza e la prosperità di un tempo. 
Non è difficile a capire, ma piuttosto mi chiedo quale magia malefica ha impedito finora agli uomini di impiantare i mulini a vento dappertutto, e impedito a Timbuktu di rinascere dalla sua sabbia.

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