L’associazione delle donne coraggiose
Sono andato al centro fondato dalle donne con handicap di Timbuktu. Lo scopo della fondazione è aiutarsi a vicenda e accogliere le donazioni delle organizzazioni che si danno da fare per aiutare la gente di Timbuktu.
Dei tedeschi hanno regalato a loro delle macchine da cucire, i tessuti e hanno pagato un insegnante affinché le donne potessero imparare a cucire vestiti per le loro famiglie, per i vicini di casa e per i clienti. In questo modo possono lavorare e guadagnare dei soldi.
Però dopo qualche mesi i tedeschi hanno abbandonato queste donne e non hanno più dato soldi per comprare i tessuti che servivano per la pratica, così nemmeno l’insegnante è più venuto.
Bisogna utilizzare molto tessuto per imparare a cucire e le donne sono quindici, così le macchine rimangono lì inutilizzate.
Un proverbio dice “se il tuo fratello ha fame, non dargli un pesce, insegnagli a pescare”.
Bisogna pero’ anche dare una rete da pesca al tuo fratello, altrimenti non piglia un pesce.
Se riesco ad aiutare le donne a completare la loro formazione da sarta, allora avranno la possibilità di guadagnarsi da vivere, invece di dover aspettare i soldi della carità.
La priorità, a mio parere, è che le donne potessero avere subito una macchina da cucire a casa propria per potere rammendare i vestiti ed eseguire piccoli lavori per famiglia e vicini di casa. In questo modo possono guadagnare qualche spicciolo che fa la differenza in una condizione di povertà assoluta, e soprattutto possono praticare in qualsiasi momento quello che hanno imparato.
Ho visto io stesso a casa mia quanto è utile una macchina da cucire e ho capito che la familiarità con essa è la prima cosa da acquisire per queste donne, ed è possibile soltanto avendola pronta all’uso in casa.
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