8. Gente di montagna
Qui basta aprire gli occhi per realizzare che soltanto una piccola parte della gente vive in città o in villaggi. I cashmiri popolano queste montagne da migliaia di anni in borgate abitate da persone tra loro parenti.
Colà hanno i loro campi da coltivare, i loro animali domestici e le tombe dei loro antenati. Le pendici sono disseminati di questi mini villaggi famigliari di case sparse, e la notte, sembra che la montagna si riempia di lucciole o di lucine come l’albero di natale.
Ciascuno gruppo ha un capo e sono questi capi che vengono al campo per portarci le richieste della loro gente. Questo rende più facile a Cigri di aiutarli perché quando si mette d’accordo con un capo villaggio, può organizzare gli aiuti per due o tre cento persone, mentre non potrebbe parlare e discutere con ognuno di loro.
Perciò quando la gente obbedisce al suo capo gli aiuti arrivano rapidamente e sono proprio le cose di cui hanno più bisogno, ma quando litigano e disobbediscono al loro capo, egli non riesce a metterli d’accordo su quali sono i bisogni più urgenti e sulle cose da chiedere. In questa maniera quelli che sono venuti ad aiutarli non possono farlo al meglio perché invece di rendere le cose facile, le complicano difficile e ci vuole più tempo.
A patire è la stessa gente che litiga, soltanto perché hanno preferito litigare piuttosto che andare d’accordo.
Questo è una lezione per i bambini, anche i grandi devono obbedire a qualcuno per il loro proprio bene.
La gente del Cashmir dice “E’ l’eco della vita” e raccontano una storia: “Un uomo portò il suo figlio sulla montagna e in piedi davanti alla più alta urlo nel vuoto “Come sei brutto!” l’eco gli tornò indietro “brutto, brutto, brutto”. Poi urlo “Come sei bello!” e l’eco gli torno indietro “Bello, bello, bello”. Disse al suo figlio “Così è la vita, quello che mandi avanti ti torna sempre indietro, quindi fai il bene agli altri”
Portare aiuti alla gente di montagna è stato molto difficile perché non ci sono strade ma sentieri di capre e quando c’e la neve, in parecchi posti non ci si arriva se no con l’elicottero. Non ho visto asini o muletti in giro cosi capisco che qui come nelle montagne dell’Afghanistan tutto è trasportato a dorso d’uomo.
Qui probabilmente, prima del terremoto un viaggiatore avrebbe potuto camminare sui sentieri di montagna per settimane di villaggio in villaggio senza incontrare una strada, immerso nella natura, ospite benvenuto ad ogni passo, bevendo tè e mangiando fagioli e chapati con la gente di montagna.
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