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Il profumo politico

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Le ragioni della crisi che attraversa la politica in Europa sono legate ai mutamenti dei tempi e non è nostro compito giudicare. E’ comunque certo che per vincere consensi popolari oggi non bastano le parole e che l’intervento degli strumenti di marketing avranno nei prossimi anni un ruolo preponderante nella politica come lo è già in America. La necessità di affidare l’immagine del partito ai professionisti del settore e l’acquisto degli strumenti di comunicazione comportano una spesa che va ben oltre le possibilità dei fondi pubblici previsti per il finanziamento dei partiti, nuovi mezzi di finanziamento devono essere resi possibili e la gestione economica dei partiti dovrà subire una vera rivoluzione. In questo contesto l’attività politica potrebbe diventare un enorme affare capace di sviluppare interi settori dell’economia e di dare lavoro ad una moltitudine di aziende.

Entrare nell’era della gestione pragmatica “aziendale”  del partito politico implica la massima cura dell’immagine, una vera e propria strategia di marketing, l’utilizzo professionale di tutti i mezzi di comunicazione disponibili e un’adeguata spesa di comunicazione.

Il marketing olfattivo è un nuovo strumento di comunicazione in grado di risolvere alcuni problemi legati a questo mutamento, come per esempio il problema della parcondicio (non esistono regole sulla pubblicità olfattiva) e quello scottante del finanziamento dei partiti (il profumo è un generatore di ricchezza). Soprattutto, il profumo politico potrebbe essere lo strumento culturale capace di reimpostare l’immagine stessa della politica in maniera totalmente innovatrice.

Il marketing politico

Il marketing moderno è il risultato di una corrente sviluppata negli anni ottanta dai signori Holbrook e Hirshman. Concludevano che gli stati affettivi ed emozionali sono i fattori esplicativi della scelta degli individui. Il marketing politico non cercherà di comunicare delle idee perché l’idea è il prodotto, bensì emozioni gratificanti che convincono a sentirle proprie.

La comunicazione olfattiva

Il marketing olfattivo è basato sulle ultime scoperte nei campi della fisiologia e della psicologia dell’olfatto. Il naso è alla nostra insaputa il centro del nostro sistema nervoso. E’ parte integrante del sistema limbico, dove si elaborano le nostre emozioni primordiali e dove risiede la nostra memoria olfattiva che, sia per esperienze personali sia per eredità genetica, ci predispone a determinate risposte comportamentali. Esiste un vero linguaggio degli odori che può essere utilizzato per comunicare messaggi di comunicazione olfattiva direttamente al centro del sistema nervoso delle persone in un modo molto più convincente dei discorsi.

Spostare la valutazione politica su un piano culturale ed emozionale

L’Europa non è l’America e siamo eredi di millenni di cultura artistica e religiosa che ci impedisce di accettare la Via Americana dove tutti sanno senza offendersi che soltanto la quantità di denaro investito fa vincere le elezioni, grande Kermesse irrinunciabile, ultima illusione di volontà popolare nella dittatura dei ricchi. L’Europa non è l’America e il denaro deve essere trasformato in cultura per ottenere la giustificazione del suo potere (vedi le banche che restaurano le chiese). La sfacciata dispendiosità dello spettacolo politico americano sarebbe mal accettata in Europa, la strada giusta è di spostare la valutazione del prodotto politico dal piano intellettuale a quello culturale, artistico ed estetico, capace di suscitare emozioni motivanti.

L’effetto Milan: Senza dubbio, l’acquisto di squadre di calcio da parte di persone politiche è il più rappresentativo esempio della nuova tendenza. In Francia come in Italia è stata la destra, munita di capitali e di esperienza imprenditoriale a promuovere lo spostamento della valutazione del partito politico nell’arena del più seguito (e redditizio) degli sport. Un tifoso del Milan può essere di sinistra ma in un certo senso tifa per Berlusconi e, andando allo stadio, lo finanzia effettivamente. Quando un giorno sarà deluso del suo partito (e ci vuole poco ad essere deluso in politica), si rivolgerà automaticamente al partito della sua squadra del cuore, guadagnando così una nuova coerenza perché trasferirà in qualche modo la sua passione sportiva nella politica.

Con il profumo politico è possibile sfruttare lo stesso effetto su un pubblico ancora più vasto e con un investimento molto inferiore, usando le tecniche di base del marketing olfattivo.

Innovare!

In un contesto di livellamento del mercato politico (spostamento dei consensi verso il centro), l’innovazione è la chiave del successo. Uno dei principi di base della psicologia olfattiva è: la cosa che emana un buon odore è buona in sé. Il buon profumo di un prodotto è inconsciamente associato alla sua bontà, ma sopratutto il semplice fatto che il partito abbia un suo profumo è percepito dal pubblico come prova della sua capacità innovatrice. Il profumo politico, in quanto novità, è capace di promuovere un’immagine innovativa del partito anche in assenza di idee nuove, ma in un contesto in cui la necessità di cambiamento è generalmente sentita.

Acquisire e fidelizzare consensi

La scelta politica comparabilmente alla scelta della squadra di calcio diventa sempre più emotiva e affidata all’istinto, con un vero spirito di tifoseria. E’ una scelta viscerale e irrazionale e soltanto argomenti della stessa natura possono determinare un cambiamento di campo. Il potere che hanno gli odori di influire direttamente sul sistema nervoso centrale e di provocare sia emozioni nuove che di rievocare potentemente quelle del passato, li rende uno strumento incomparabile anche se poco conosciuto, per acquisire e fidelizzare consensi.

Pubblicità senza regole né costi

Non esistono ancore leggi che regolano l’uso degli odori a scopo pubblicitario, il che autorizza ad utilizzare tutte le tecniche di marketing olfattivo incluse quelle che sfruttano l’effetto subliminale, l’effetto feed back (Certi terapeuti hanno notato che, all’interno d’un percorso terapeutico olistico, il condizionamento olfattivo permette al paziente di continuare la cura al di fuori dell’ambulatorio. In effetti, il profumo della fragranza diffusa nell’ambiente durante la terapia, risentito nella camera da letto, permette di rivivere il percorso terapeutico durante il sonno) e le proprietà delle essenze naturali recentemente scoperte in psico-aromaterapia.

Con il profumo non serve più l’acquisto di uno spazio pubblicitario. Se il profumo che faremo indossare è in grado di suscitare questa domanda: “che profumo è?”, si può facilmente immaginare il resto della conversazione:

“è il profumo del partito A.”

“caspita, buono. Non sono d’accordo con questo partito ma me lo compro.”

In questo modo l’avversario politico non solo è conquistato sul piano culturale (il profumo è cultura), ma indossandolo farà pubblicità al partito avverso, e lo finanzierà comprandolo.

Niente impedisce ad un veicolo di diffondere in città il logo olfattivo di un partito, regalando ai cittadini boccate d’aria profumata alle essenze naturali. Quale migliore modo per attirarsi la gratitudine!

Il profumo può essere diffuso in tutti gli eventi politici interni del partito, ma diffonderlo nell’ambito di eventi sportivi e culturali sponsorizzati permette di sfruttare l’effetto feed back della memoria olfattiva per ottimizzare l’investimento iniziale, cioè per acquisire nuovi consensi.

Per esempio si può diffondere il logo del partito (anche in modo subliminale, cioè non coscientemente percepibile), duranti eventi caratterizzati da una forte carica emozionale: concerti, partite, cinema, teatri, convention ecc… La memoria olfattiva delle persone assocerà l’odore all’emozione che la accompagna, e la prossima volta che la sentirà, al passaggio di una persona che indossa il profumo o di un veicolo che profuma la città, o vicino ad un poster elettorale profumato o sui volantini del partito, il ricordo di quella emozione gradita risorgerà e verrà associata al Nome del partito profumato.

La diffusione del profumo non rappresenta alcun problema per un partito politico. In effetti, se i cinema (per esempio), non vogliono diffondere il profumo politico, niente impedisce a due o tre volontari, in quanto persone private, di spruzzare l’essenza politica. Lo stesso vale per tutte le situazioni.

Vendere profumo, finanziare il partito

La conversione del sistema di finanziamento pubblico dei partiti in finanziamento privato è un’evoluzione necessaria. Invece delle famose cene politiche americane dove i grandi ricchi lasciano i loro assegni di sostegno, il profumo politico regalato con la tessera, venduto nelle sedi, durante i convegni o, perchè no, in negozi, mette alla portata di tutti il sostegno finanziario politico. Dall’antichità fino ai tempi moderni il commercio del profumo rappresenta una fonte enorme di ricchezza. La vendita del profumo politico è favorita dal fatto che tutta la comunicazione politica fatta con il profumo è anche pubblicità al profumo stesso.

Il profumo politico deve essere costoso, perchè deve essere buono, perchè il suo acquisto deve essere percepito come una partecipazione economica da parte dei simpatizzanti, e come un tributo culturale da parte degli altri. L’alto prezzo del profumo valorizza l’immagine del partito. Il profumo non è un acquisto fatto una volta per tutte, ma bisogna rinnovarlo regolarmente con il suo consumo. Se poniamo il prezzo di un profumo di qualità superiore (100% naturale) fra è 250 000 e è 1 000 000 (confezioni di misure diverse) è facile per chiunque fare un rapido calcolo per accorgersi del potenziale economico del profumo politico.

Il  logo olfattivo

L’elaborazione di un logo olfattivo si fa in funzione del bersaglio che si cerca di raggiungere. Per esempio nel caso del Borotalco, sono le mamme che devono gradire l’odore del prodotto. L’aroma così dolce della vanillina, di pasticcini mangiati in famiglia la domenica e di creme al latte preparate a casa per i bambini, simboleggia pienamente il sentimento tenero della mamma per il suo bambino.

Più ristretta sarà la tipologia di pubblico per un prodotto, più semplice sarà il compito di fare il suo logo olfattivo.

Per il partito politico, come per le grandi aziende che possiedono un marchio e  hanno un pubblico che raggruppa una vasta varietà di tipologie diverse, la scelta del logo olfattivo è delicata. Non solo l’odore scelto deve riflettere un insieme di valori, ma anche ottenere un consenso pressochè universale. L’elaborazione del logo olfattivo non è poi così difficile per il profumiere. E’ un compito paragonabile a quello del musicista che deve comporre la colonna sonora d’un film. Non basta in nessun caso la conoscenza della psicologia dell’olfatto e dell’aromaterapia, è un lavoro d’artista e due fattori non scientifici devono intervenire: l’intuizione e l’ispirazione.

Al contrario dei logo commerciali, sarebbe preferibile rinnovare il logo olfattivo politico da un anno all’altro per sposare il cambiamento degli stati d’animo collettivi. Inoltre, continuare la produzione dei profumi precedenti permette di conservare i “vecchi clienti”, mentre produrne uno nuovo permette di acquistarne di nuovi insieme a nuovi consensi. La cultura è viva e dinamica, il rinnovamento del profumo politico sarà percepito come prova della vita culturale del partito, e la linea dei profumi che si creerà nel corso degli anni sarà il testimone della sua storia culturale, nonchè una fonte costante di entrate.

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