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I SACCHI DI MIGLIO

Questa mattina sono andato da Abdurrahman il direttore dell’hotel Hendrina Khan. Lui aiuta molto i poveri e gli ho chiesto di comprare per me il miglio. Mi ha informato che questi tuareg sono così poveri che non hanno neppure i cammelli e che bisogna portare i sacchi fino alle loro tende.
Gli ho chiesto di trovare anche un trasporto per questo, e ha accettato con molto gentilezza di aiutarmi.
Il venerdì è il giorno benedetto dei musulmani per dare da mangiare ai poveri e Abdurrahaman cucina tutti i Venerdì per 50 famiglie. I bambini vengono con i piatti vuoti e li riportano a casa pieni di riso con la carne.
Quando Abdurrahman passa in macchina nella strada i bambini gli fanno festa come se fosse un campione di calcio.

Dopo la preghiere del venerdì siamo partiti per il deserto con la metà del miglio, la macchina non poteva portare più di 10 sacchi da 100 chili.

Subito abbiamo capito che l’autista non conosceva il deserto e la macchina ha incominciato ad insabbiarsi. Lui confessò pure che era la prima volta che guidava una macchina diesel e si vedeva benissimo che non sapeva proprio guidarla.

Siamo arrivati al campo dei Tuareg e abbiamo scaricato i sacchi, Ali è ripartito per il secondo viaggio ma io ho deciso di rimanere nel silenzio del deserto con il capo Tuareg ad aspettarli.
Ali ha molto tardato a venirmi a prendere perché l’autista era poco esperto e la macchina ,essendo leggera senza carico, si insabbiava ancora di più, così quando sono arrivati a Timbuktu, Ali Maiga ha dovuto trovare un altro autista e un’altra macchina. Abbiamo aspettato fino a notte fonda bevendo del tè vicino ad una tenda amica.

Torneremo domani con l’ingegnere per scendere giù nel pozzo e capire se lo si può aggiustare affinché possa dare l’acqua ai tuareg per far bere gli animali e coltivare gli ortaggi e i datteri. 
Ho capito la povertà di questa gente quando alla notte mi hanno fatto mangiare con loro.
Era un piatto di miglio bollito con pochissimo sale. Non ho mai mangiato qualcosa di più povero e senza gusto. Non c’era neppure un goccio di olio.

 

 

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